CANZONI SOTTO L'ALBERO
2006
TUTTE LE CANZONI SONO STATE MUSICATE E CANTATE DA SLIM
VIDEO REALIZZATI DA SLIM
COPERTINE DISEGNATE DA ARLECCHINO
Materiale di proprietà degli Autori
 
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 ODISSEA FRA LE ONDE (Tonight I've not a dream)

ODISSEA FRA LE ONDE (Tonight I've not a dream)
(testo di Franco Lo Vecchio)

Adeste fideles, laeti triumphantes
Venite, venite in Bethlehem

Tra cespugli d'indifferenza
In questa mia città opulenta
Ho visto un uomo tendere la mano
Mentre me ne andavo nonchalant
Pour la promenade
Tra paradisi artificiali
Pasticche e dosi d'illusione
Nelle vetrine del perbenismo
I salmi dell'abbondanza
Senza spine né dolore.

Gloria in excelsis deo.

Questa notte, notte di Natale
Muore la speranza
Di chi va tendendoci la mano
Muore la speranza
Di chi cerca un sorriso.

Tonight I've not a dream
Tonight I'd like to look to you
Preso a calci perché privo di un foglio
La nave salpa dalla disperazione
Nella notte degli angeli.

Gloria in excelsis deo

Terra! ( Terra)Terra promessa...
(Terra... Terra!)
Terra di miele e di latte!
Terra promessa!
Terra Madre
col volto del più cattivo Padre!
Terra
Terra promessa
Odissea tra le onde
(Odissea)
Odissea il mio era amore...

Gloria in excelsis deo

Odissea saliamo nel Getsemani
A coltivare la pietà
Arriverà Natale anche per noi
Il vischio scenderà dall'albero
La suoneria col jingle bell.
Il ciclamino è un salice piangente
Natale una fredda coperta
Per te che tendi la tua mano
Per te che trovi solo porte chiuse
e ora te ne vai...
 
COME E' NATA
 
Come i marinai di Ulisse, mi sarei fatto tappare le orecchie per non cedere al canto delle Sirene. Ma come Ulisse, mi sono legato al palo per ascoltare le Sirene. A differenza di Ulisse, non ho resistito e così ho ceduto all'invito di Slim. Avevo apprezzato i suoi versi, la sua musica artigianale. Ormai riconosciuta, da più voci, da più firme, come musica professionale. In altro laboratorio, in altro studio, forse, potremmo ottenere risultati superiori a quelli già ottenuti. Sicuramente siamo a livelli superiori rispetto a certo strombazzamento di piattini, posate, scodelle e coperchi di pentole dell'elettronica che fa degli asini dei maestri, mentre i veri Maestri, spesso vivono à l'oblie. Slim diventa il nostro Maestro. Maestro per poche decine di persone. In un primo approccio privato, avevo declinato l'invito. Ripeto sempre che di mestiere faccio ciò che avrei voluto fare da grande. Sono soddisfatto della mia professione. Ma se c'è un modo di interagire piacevole, una modalità che non nuoce, anzi tira il meglio che c'è in noi, non mi tiro in dietro. Do il mio modesto contributo. In questa iniziativa di Canzoni sotto l'albero, avrei voluto restare fuori. Valorizzare, come sempre, senza incorrere nella bolla di chi si esprime solo per autopromuoversi. Non è il mio caso e neanche degli altri amici. Non sono le nostre parole, che pure hanno un peso, a formare l'essenza di una canzone. E' la musica. E' la passione che ci mette il compositore. I versi, se dettati da ispirazione, si scrivono anche in dieci minuti. E' il lavoro che il compositore ed arrangiatore fa su quei versi ove si espleta un lavoro artigianale immenso. Per questo motivo ritengo opportuno rendere noti i due testi: il mio allo stato rozzo e quello messo a lucido da Slim.

Prima, però, assolvo al compito di spiegarvi - qualora possa interessare qualcuno, com'è nata "Odissea tra le onde" .
In data 07 novembre 2006, ho inviato la lettera seguente a Slim:


"Caro Slim, vorrei iniziare con un "dispensami!". Ma ormai la frittata è fatta.
Procedamus!

Ho già un primo testo. Farò del mio meglio o del mio peggio per inviartene un altro ancora.
Sono stato sempre ispirato dal pessimismo. Io non credo che vi siano porte della speranza chiuse. No! Non ci credo. Come nonviolento e cristiano non posso crederci. Per cui, potrei anche cambiare l'ultimo verso. Mi sono, però, calato in un personaggio. Un non credente nella speranza. Uno che ha perso qualsiasi illusione. Purtroppo chi è disperato, se non strattonato da qualcuno, difficilmente riuscirà a credere che la vita continui, che si possa voltare pagina.
Il testo che ti invio è di una tristezza infinita. Io vorrei giocare su due testi contemporaneamente: uno latino fatto di speranza ed uno italiano di disperazione, ma che è anche denuncia.
Non allarmarti per il latino. Mentre componevo avevo qui accanto a me, anzi dentro di me, Lei, colei che lo canterà perché è già un angelo: Giuni Russo.
L'Adeste iniziale va affidato a Giuni Russo. Poi entra la voce, possibilmente forte, maschile, drammatica di colui o di coloro che cantano o che recitano l'italiano.
Il Gloria in excelsis si dovrebbe prendere da un canto gregoriano o produrre con un coro a più voci.
Infine si ripete l'Adeste fideles, ma non più di Giuni, ma di Antonella Ruggiero. Ho ambedue le versioni qualora tu non le trovi nei siti delle due grandissime interpreti.
E' una sorta di sperimentazione. Non è facile, ma ci si può provare. Parlane magari con Paolo o con altri esperti. Qualche verso, si può cambiare. Si può eliminare il francesismo o l'anglicismo.
Penso anche ad un prossimo testo in siciliano.
Fammi sapere! "Nonchalant" (non si pronuncia la "t" finale e "an" è suono nasale . Noscialàn). Odissea ha due significati: uno quello conosciuto che si rifà ad Omero, l'altro è il nome di un ragazzo sfortunatissimo albanese clandestino. Non siamo stati mai ..., ma gli ho voluto bene perché ha pagato il prezzo dell'espulsione immeritata. Era bravissimo. Ha pagato per questo. Accade nel 1997. Chissà perché questa sera mi è tornato alla memoria!".


franco
 
Andiamo all'ispirazione. Tema assegnato il Natale. Io trovo il Natale dell'era consumistica alquanto deprimente, angosciante, triste. Decisamente ipocrita. Ancor più ipocrita quel pranzo di Natale che si offre nella giornata del 25 ai poverelli servito magari da VIP! Trovo umiliante l'aggiungi un posto a tavola solo il giorno di Natale. Trovo indecente l'elemosina fatta il giorno di Natale. Trovo assurdi e peccati mortali gli sprechi di doni inutili solo per non venir meno alle convenzioni imposte dal consumismo.
Io ho ricordi di altri Natali. Ricordi in cui si riunivano le grandi famiglie, si consumava il pranzo e ciascuno portava le proprie cose. Nei giorni precedenti c'era lo scambio dei dolci tipici fatti in casa. Allestivo il presepe raccattando le pietre, il muschio, facendo il ruscello con la carta stagnola, il laghetto con una carta azzurra. Ci mettevo dentro l'ochetta di plastica. Leggevamo le cartoline di auguri che arrivavano dalla Germania, dalla Svizzera, dal Continente (l'Italia del Nord) e quelle superbe dalla lontana America. Si leggevano con la commozione perché arrivavano in tempo dai nostri emigrati. C'era la consueta letterina messa sotto il piatto che poi mi toccava leggere. Il mio mondo è sepolto, si è estinto, ma vive sempre dentro me. Il Natale dei cristiani poveri al quale non mancava il pane quotidiano. Quel mondo se n'è andato sotto il peso violento del consumismo. E se oggi la metropoli degli stuprati dagli spot rincorre le sirene di Satana, c'è ancora chi crede che il vero Natale Gesù lo osservi nella mano tesa dal mendicante. Lo osserva nel malato dimenticato in un ospedale. Lo vede nel vecchietto dimenticato in un ospizio o in casa. Lo osserva nei poveri, nei diseredati, negli afflitti e negli sconsolati. Lo osserva nell'Africa agonizzante per morte. Lo vede ogni istante nell'Asia, nell'America Latina dove un muro tra opulenza e povertà, tra USA e Messico, non manda in paradiso, ma all'inferno. Gesù vede issata la sua croce proprio nel giorno in cui si dovrebbe celebrare la sua nascita. Vede i trafficanti di armi, di droga e di organi umani. Vede i mercanti di schiavi! Vede le carrette che naufragano vicino la terra cristiana di Lampedusa o di Bari. Vede gli usurai! I Mafiosi! Eppure nella sua notte non si rinuncia al mercimonio dei mercanti del tempio. Vede il pranzo dopo la prima de La Scala. Vede la tappezzeria romana dei palazzi. Vede l'ermellino del suo successore. Vede quella mano tesa verso questo mondo e beatificata dalla nostra nonchalance. Disinvoltura. Vede la vetrina dell'abbondanza e dello sfarzo e il cassaintegrato che non potrà neanche spendere quei 750 euro per il pranzo perché non spenderà neanche 50 euro. Gesù vede anche lo spreco e la proclamazione dell'Apocalisse della ragione e dell'amore senza che nessuno si sia sognato mai di chiedere il permesso al Padre Nostro che sta nei cieli! Vede anche coloro che della menzogna ne fanno uno stile di vita.
Vede gli opportunisti, quelli del calcolo e quelli del ti invio un dono per ipotecare la tua anima alla mia. Ma noi nel nostro Getsemani, coltiviamo il dono della pietà.
La vedo anch'io la processione dei disperati. Non è solenne. E' sofferenza. Vedo l'Odissea del girovagare in una Terra promessa sin dai tempi degli antichi Padri. Una terra di miele e di latte che si vede, ma i cui frutti sono negati proprio come accadde a Mosè. E quella sera Odissea raggiunse Brescia: la sua presunta Terra promessa. Tremava. Era gelido. Una fame atavica. Non tese la mano. Si sedette zitto e buono in fila come gli altri. Ma gli altri dissero che era appena sbarcato da una di quelle carrette. E c'era stato, per chi lo ricorda, il primo naufragio da Valona a Brindisi. E fu un venerdì santo di dolore e di passione. Odissea raggiungeva lo scoglio della sede dell'Associazione Gandhi. Non c'era posto. Non c'era neanche chi gli avrebbe venduto al caro prezzo della schiavitù di un lavoro non retribuito, un pezzo di carta più comunemente chiamato "permesso di soggiorno". C'erano solo suoi simili. C'era anche il pimpante che sdrammatizzava, mentre in cuor suo regnava la morte. Odissea prese una caramella senza sapere cose fosse. Rimase stupito come il pastorello di fronte la grotta di Bethlehem. Vi si offrì l'intero sacchetto. Si ristorò. Si pregò tutti di fare spazio e creare un nuovo posto letto. Fu sera e fu mattino. Odissea non era come gli altri. Non voleva vivere da clandestino: non aveva né rubato né ammazzato. Cercava la sua terra promessa. Fu così che un giorno appresi che ci aveva lasciato e che per il pimpante restava un sentito grazie con la promessa che un giorno sarebbe ritornato per farlo in altro modo. Odissea fu arrestato in Olanda al passaggio della frontiera e rimpatriato in Albania.
Non so il perché... ma non era lui che avrebbe dovuto essere schiacciato da questa terra madre col più cattivo volto del padre. Ha ragione Marco Travaglio quando dice che le leggi sulla immigrazione sono fatte per espellere i poveracci. Io non applaudo a questa Italia. La disprezzo! La rinnego! Rinnego il vostro Natale fatto di ipocrisie. Rinnego la vostra vanità. Il vostro perbenismo. Il vostro silenzio colpevole. Rinnego tutto e tutti perché, pasolinianamente, sono sempre stato contro tutto e contro tutti. Sono sempre stato un sovversivo. Io, mai, mi sottometterò alla logica egoistica del consumismo, dei suoi lustrini e delle sue letali scorie.
Slim, da una lettera dal messaggio poco chiaro, ha compreso, ha saputo leggere. Ha letto nel mio cuore. Ha accompagnato i miei versi con le note e con le immagini che spiegano meglio. Che rendono più giustizia, non al mio testo, ma ad una causa. A lui, il mio "grazie". A quanti hanno capito cosa noi tutti intendiamo per Natale, va un ulteriore grazie. Al resto, il dono della mia pietà.

franco lo vecchio
 
 
Mi piace quel "Tonight I have not a dream" che mi ha costretto Franco a cantare. Io parlo francese discretamente e l'Inglese lo bestemmio. Quindi anche questa è stata una prova.
Qualcuno ha detto che in questa canzone eseguo mestamente, nel senso buono.
E' vero.
Stravolto e travolto da Franco, dal fiume in piena (lo è sempre, ma qui lo è a ragione) che lascia scaturire dando l'avvio al suo vero animo è come se, in qualche modo, mi sia messo un po' da parte.
Oh! Mi costa, eh! Anch'io, come lui, sono notoriamente egocentrico. Timido ma egocentrico, per cui... Però qui non c'è da fare protagonismo. Il lavoro non è neanche "di coppia". Ciò che ha scritto Franco sembra un'epopea, ma è molto semplice, molto lineare e bello, profondo. Intimo.
Una faccia di Franco che non lascia vedere. Intuire sì, ma non vedere. E anche a lui deve essere costata molto questa guerra interna fra il lasciarsi scrutare e il continuare a dire "io non scriverò mai, non ne sono capace".
Ne è capace.
Eccome.
Più si legge il testo o, se volete, più si ascolta la canzone, e più ci si affeziona a questa storia e a questa atmosfera. C'è dolore, ma non è solo personale. E' cosmico. C'è una storia che dura millenni. C'è Exodus, c'è la fame dei nostri immigrati, ci sono i meridionali alla stazione di Milano con la loro valigia di cartone legata con lo spago, ci sono i cartelli "non si affitta a meridionali", fino ad arrivare ai giorni nostri quando un "negro" diventa bianco solo se è dottore, ingegnere, cantante famoso o calciatore. C'è Lampedusa, l'isola degli sbarchi, del ghetto-carcere.
Ma veniamo a me.
Volevo assolutamente essere monocorde, per dare enfasi a quei cambiamenti imposti dall'introduzione di Giuni Russo e dai "Gloria". Volevo una nenia che fosse dolorante. Ci sono due nenie dolorose interrotte poi dalla collettività di quel "Terra...". La prima è sociale, la seconda è umana, privata. Di Franco.
Io mi ci volevo muovere dentro, non esagero, abbastanza in punta di piedi e di voce.
Mi dite che ci sono riuscito e mi fa molto piacere. Mi spiego meglio: invece di risultare quello che sta a guardare la nave e canta protagonista, forse mi sono inventato un posto sul porto, nel coro di gente che osserva. Questo mentre a cantare è Franco.
 
Slim 

 

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HO CANCELLATO IL NATALE (Stella Cometa)

 

HO CANCELLATO IL NATALE (Stella Cometa)
(di Slim)

Tutto il giorno è stato qui
insistente come un tarlo
il pensiero a quando c'eri
e non posso dominarlo....
Fa sorridere anche me
questo starmene seduto
quasi ad aspettarti mentre
tutto dentro grida "aiuto"...

Ho cancellato il Natale
dal calendario sulla parete.
L'ho trasformato in un giorno normale
e tutto ritorna quiete.

Da un cassetto della mente
ecco arrivano le foto
gli occhi,immediatamente,
i capelli... la tua moto...
Salto sulla macchina del tempo
torno a quando corri via
per fermati... non uscire...
non adesso, stella mia...

Ho cancellato il Natale,
un frego rosso su tutte le agende.
Provo a far finta che sia un giorno normale
ma tanto poi mi sorprende...

E in un attimo di vetro
il futuro che in questo momento abbiamo
torna impetuoso indietro
e se vuoi noi lo imbrogliamo....
E invece no, tu corri via lontano
però com'è che non fai che tornare?
Tu sei un cerchio nel grano
tatuato su di me, che non so spiegare...

Ho cancellato il Natale...

Tutto il giorno è stato qui
fastidioso come un tarlo,
il pensiero a quando c'eri
e non riesco a dominarlo....
Riapro gli occhi, qui senza parole
la tua immagine diventa seta
Una volta eri come il sole
e ora vivi in un cassetto... Stella cometa.

COME E' NATA
 
Con dolore. Ecco come.
Chi mi conosce sa che l’essenza di questa canzone sta in quel

“ma com’è che non fai che tornare?”.

Le cose andate, perse, sono quelle che non si perdono mai veramente. Ci tampinano e tornano a dominarci, quando non ce l’aspettiamo e quando ce lo aspettiamo.
Le cose che potevano essere e non sono state.
Sarò sbrigativo, perché le emozioni ce le mettete voi. Io vado brusco.
Vi parlo di una persona che si sorprende in un buco temporale. Vi capita mai che, sì, è oggi, ma per una frazione temporale minima, brevissima, vi trovate ad accendere la luce ad un interruttore che aveva quella posizione lì in un’altra casa, o nel dormiveglia vi chiedete se avete fatto i compiti anche se avete cinquant’anni?
Questo uomo è lì seduto inutilmente e scopre che per un barlume di tempo ha guardato la porta quasi immaginando che stesse per tornare... Come se non fossero passati decenni. Allora prolunga quel momento e cerca fotografie che non ha... gli occhi non si dimenticano... i capelli...
E allora corre sulla macchina del tempo. Se riesce a tornare indietro prima che esca, forse ce la fa. Forse non succede.

Non andare, non uscire. stai un altro po’ qui.

Perché quella sera non è tornato indietro nessuno.
“Come in un libro scritto male” succede proprio intorno a Natale: gli amori vanno via comunque, probabilmente, prima o poi. Ma quel poi, fosse stato un mese, un anno, lui lo voleva. Era suo.
Non ha neanche mai saputo chi sia stato; di quella sera è rimasta solo una moto a pezzi e un fantoccio che funzionava a rilento e che non ricordava quasi niente. Alcune cose sì, altre no.
Di lui non si ricordava. Mai esistito.
Così passano gli anni, con il mistero di quel cerchio nel grano tatuato addosso che non va via. Segna la pelle ma gli altri non ne sanno niente. Passano gli anni, quell’uomo fa altre cose, altre scelte. Ma non dimentica. Mai.
Che peccato però che quella meraviglia brillante, piena di vita, ridente, sia stata solo una stella cometa, piccola, che però non smette di brillare. E ogni tanto è bello aprire quel cassetto. Anche se fa male.
 
Slim

 

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WRAPPED
 
 
 
WRAPPED
(testo di Chris)
 
With all the packages, dressed in ribbons and bows,
The children rush to unwrap gifts, their eyes aglow,
But it must be remembered that underneath the wrapping
Below the presents, food and candy-filled stockings
Lie the essence of the day for which we celebrate
Those for who we care and love.
Friends and family, have a Good Christmas
 
 
 
COME E' NATA
 
Devo dire che l'intero progetto di Slim ed i suoi amici è stato eccellente e meraviglioso. Le vostre canzoni ed i vostri testi (sto lavorando lentamente sul mio italiano) sono belli.. Per quelli che non mi conoscono, poiché penso di essere conosciuto solo da Slim e da Paolo, mi chiamo Chris. Sono un allievo dell'ultimo anno dell'università a Rutgers, nel New Jersey, studio "prelaw" (ciò che negli Stati Uniti è propedeutico alla facoltà di legge vera e propria) e cinematografia.. La mia partecipazione, che è iniziata con la corrispondenza con Paolo, nasce, e penso sia abbastanza interessante, da un saggio che ho scelto di scrivere su Pasolini. Essendo giovane ed americano, non c'è molto, pressoché niente, sulla gigantesca opera pasoliniana. Pasolini non è studiato nelle scuole ed i suoi films, ad eccezione di piccoli circoli, non sono conosciuti molto. Certamente non ho il collegamento culturale e nazionale che voi, gentili signore e signori, avete con lui. Tuttavia sono stato attratto inizialmente da Pier Paolo, perché era un persona colta e un intellettuale che s'impegnò pienamente in tutti gli aspetti della vita, dalla politica alla poesia e tutto ciò che ci sta in mezzo. Studiare ed apprendere di lui mi ha fatto crescere come studente, e mi ha reso cosciente delle possibilità artistiche pure cui uno può arrivare nel corso della propria vita.. È interessante pensare che studiare un uomo, che era un vulcano della creazione artistica, mi abbia portato alla mia piccola partecipazione nello scrivere un testo per un album di Natale, qui dall'altra parte del mondo.
Incontrare Paolo, un amico meravigliosamente utile e illuminante, è stato un evento fortunato nei miei studi di Pasolini. Non solo mi ha dato un aiuto gigantesco nella ricerche per il mio saggio, ma, come tutti gli altri parolieri e musicisti mi ha dato l'opportunità di partecipare al vostro lavoro di gruppo musicale.
Io suono la chitarra, scrivo poesie nel mio tempo libero, ma non ho mai scritto testi per canzoni. Ho scritto questi versi in classe un giorno, perché dopo aver accarezzato alcune idee, ho deciso che la cosa migliore era un modo semplice e sincero di dire perché questa festa è importante in questo giorno e in questa età. I miei versi sono semplici e se avessi immaginato la meravigliosa musica con cui Slim li avrebbe rivestiti, avrei scritto qualcosa di più degno e importante.. Devo dire che sono molto onorato e fiero di far parte del vostro album di Natale e vi ringrazio ancora. Mio fratello e i miei amici hanno già ascoltato le primissime canzoni che hanno apprezzato immensamente; un tributo sia ai talentuosi parolieri che che alla musica eccellente!
Auguro a tutti voi un Natale davvero lieto dall'altra parte del mondo,
Ciao!
Chris
 
Sam e Paolo si assumano le loro responsabilità.
L'idea è stata di Paolo; coinvolgere Chris il quale ci ha mandato il file in cui dà voce ai suoi pensieri.
Aggiungo: Paolo mi ha mandato anche un file in cui lui scandisce le parole, conoscendo la mia pronuncia offensiva per qualunque orecchio anglo-addomesticato.
Però, avendo Chris in voce, abbiamo pensato di inserirlo "recitante", ed è stata un'idea carina, come se da fine dicitore ripetesse quello che io ho prima masticato.
Ho suonato due volte la chitarra per ottenere certe svisatine. La prima volta la base di accordi e la seconda qualche pizzicata per fare quegli effetti.
Poi, prova e riprova, sono riuscito in qualche modo a pronunciare.
La responsabilità di Sam sta nel tipo di musica.
Dopo avermi istigato a conoscere decine e decine di cantanti folk-country e ad avermi portato ad ascoltare centinaia di canzoni del genere, la musica per Chris mi è venuta abbastanza semplicemente e secondo me sta proprio in quel genere lì.
 
Slim

 

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I DONI DI NATALE
 
 
I DONI DI NATALE
(Testo di Michele)

Mi vedo bimbo piccolo
davanti al mondo che si illumina
con quattro doni, uno per tutti:
mio padre, mia madre, mio fratello, mia sorella...

Mi vedo di vent'anni ancora qui
davanti al mondo che si complica
con cinque doni, uno ciascuno:
mio padre, mia madre, mio fratello, mia sorella e il mio migliore amico

Quante occasioni la vita dà
e quante volte ruberà...
Quante stagioni... e quanti frutti
che porta e prenderà...

Mi vedo a quarant'anni o giù di lì,
confuso dentro un mondo tiepido,
ho solo due regali qui con me,
uno a mio fratello e l'altro al mio migliore amico.

E adesso osservo questi sessant'anni miei
in questa stanza dove tutto tace
perso in un mondo che mi sfugge via
solo un regalo per me
e per tutti pace.
 
 
 
COME E' NATA
 
Non so da dove iniziare. Evidentemente quando si riescono a concepire concetti forti,veri,sentiti, si riesce a trasformare tutto attraverso l'alchimia operata da Slim a parole e musica in piccole opere d'arte magistralmente rappresentate da Arlecchino le cui visualizzazioni riescono ad essere parte integrante per raccogliere e riassumere il senso di tutto quello che e' stato fatto.Grazie a Slim che ha saputo trasformare il mio testo aggiungendo qualche strofa per adattarlo alla metrica musicale e realizzare ad "albero finito" "I doni di Natale",come gli spiegai sabato pomeriggio quando inviai il mio testo fuori tempo massimo buttato lì di getto come se le parole venissero ispirate da qualcosa di indefinibile, ma evidentemente la sua sensibilità e' stata così grande e sentita che il mio testo ermetico ha suscitato in lui una ispirazione musicale ed istintiva da permettere di realizzare il tutto in tempi record non da meno e'stato Arlecchino ,il cui video rende il senso della mia metafora della vita attraverso le sue stagioni nell'avvicendarsi del Natale negli anni.Complimenti a tutti grazie.
 
Michele
 
Non dovrei dirlo proprio io, ma chi se ne frega!
Secondo me questa canzone va ascoltata diverse volte, va fatta propria.
Ha un concetto forte, ma non si avvale di sentimenti vigorosamente d'effetto come le altre cose belle che abbiamo fatto. Cioè, voglio dire, non ha violini, non ha cori di angeli, non ha canti arabi... capite cosa voglio dire. Ma entra. Io quando l'ascolto mi sento cullato.
Molte delle altre canzoni sono "personali", cioè cucite sulla pelle dell'autore. Forse lo è anche questa, per Michele, ma credo che proprio per il ritmo non devastante e per il testo universale unisca tutti i partecipanti all'iniziativa e chi l'ha seguita con affetto in un significativo "finale".
 
Slim