Ricordo di una serata che rimarrà nella memoria di chi ama la grande Mina con tutto se stesso ...

 

 Modena 2004

 

INTRODUZIONE di Ottavio Buonomo

Questa sezione, o meglio questa pagina vuole essere solo un riassunto, che spero sia all'altezza, della serata del 21 marzo 2004, una serata bellissima, vissuta dagli estimatori di Mina con grandissima gioia ed entusiasmo, apprezzata da grossi nomi dello spettacolo, creata da Luigi Senatore, che in questa manifestazione ha messo davvero "anema e core". Io ho vissuto i preparativi in prima persona, ho assistito alle prove, e ho visto crescere questa "festa per Mina". Spero che attraverso questi scritti e le immagini possiate "rivivere" uno spettacolo dedicato a Mina anzi, per Mina, incentrato su Nostra Signora della Canzone Italiana, sulla Divina Signora Mazzini, sulla nostra Tigre di Cremona, sulla Grande Grande Grande diva della canzone, una manifestazione (che avrà a furore di popolo un seguito annuale) realizzata per la "Donna con le mani sui fianchi" ...

Con affetto e simpatia, Ottavio

 

 

SENSAZIONI VERE ... IL VIAGGIO PER MODENA (di Paolo Driussi)

 

 

 

 

Entro in stazione e con passo spedito mi dirigo verso l'edicola. Oblitero il biglietto. Proprio qui incontro la vecchietta mendicante dal viso dolce, alla quale posso dare solo pochi spiccioli. E lei, affranta, guardava quelle piccole monetine che teneva nella mano sinistra, e con l'indice della mano destra le spostava per contarle e forse, per moltiplicarle. Non mi disse grazie e nemmeno io lo pretesi. Mi vergognai e spero di incontrarla di nuovo per darle più di qualche spicciolo, e  magari, vedere anche il suo sorriso.
Un ragazzo si avvicina e mi chiede: "Hai una sigaretta?" Scendo le scale pensando che se non mi muovo perderò il treno. Salgo le scale e vedo il treno che mi aspetta. Mi piace e mi rassicura quando vedo il treno fermo sui binari. Nel treno, mi siedo e respiro affannosamente, e penso che fra poche ore vedrò Ottavio che è già partito da Napoli.

Treno Udine -  Venezia Santa Lucia. Gli occhi chiusi, colpiti da umidi raggi di sole. Poco dopo Pordenone c'è nebbia. Una nebbia leggera ed il sole è assente.  Apro gli occhi quel tanto che basta per imprimere nella retina le immagini della campagna dal finestrino e li chiudo immediatamente, per vedere l'immagine catturata rimbalzare davanti a me. Il  treno arriva a Treviso. Rimango seduto. Vedo una donna e due uomini uscire dallo scompartimento. L'uomo più giovane mette la giacca, prende la borsa e uno zaino, scende dal treno cercando di non farsi travolgere da un gruppo di studenti. Mi domando dove siano diretti. Una gita scolastica? 
Davanti a me c'è una ragazza dai capelli neri a porcospino. Poi un ragazzo le si avvicina dicendole che con la riduzione studenti il biglietto costa sette euro. La voce del ragazzo è strascicata, come impastata dall'alcool. Distolgo lo sguardo dai capelli della ragazza e guardo il ragazzo: pizzo, capelli abbastanza lunghi e mossi, barba di tre giorni.

C'è il “momento cellulare". Tutti i ragazzi si mandano messaggini contemporaneamente nel giro di quattro, cinque secondi. Anche Ottavio mi manda degli SMS. E' fermo alla stazione di Roma.

Vicino a me non c’è nessuno ed il posto libero tra me, seduto vicino al finestrino, ed il corridoio ove siede un’anziana signora, funge da appoggia tutto. La nebbia sembra aumentare a mano a mano che il treno si avvicina a Mestre.

 

L'Eurostar Venezia - Roma non è molto affollato. Avuto il mio caffè ed i miei biscottini dalla hostess, sfoglio "La Stampa" e "Lo Specchio". Di fronte a me sono sedute due suore, al mio fianco un ragazzo del Sud. Dopo aver parlato a lungo al cellulare, il ragazzo si toglie furtivamente le scarpe e si addormenta con una dispensa di analisi matematica in mano. Sull'Eurostar che vola fra le campagne venete, la gente dormicchia. Alcuni americani parlano sottovoce. La motrice buca la bruma padana.

Ottavio mi manda uno SMS in cui mi dice che un'anziana signora gli si è rivolta chiamandolo "Padre". Deve essere vestito di nero. Gli ha chiesto. "In quale passo del Vangelo si parla di Barabba?".

Alcuni ragazzi salgono a Rovigo chiacchierando allegramente fra loro.
Il treno fila controvento in un mattino di cristallo, fa oscillare gli orecchini d'argento di una ragazza bruna.

Mentre si va in direzione di Ferrara, esce il sole. Mando uno SMS ad Ottavio: "C'è il sole! Vedrai che a Modena troveremo bel tempo!" Il ragazzo del sud si è svegliato e si rimette le scarpe. Le religiose parlano sottovoce fra loro. Alla stazione di Ferrara c'è un venditore africano di chincaglieria, vedo ragazzi che si incontrano. Immagino per i concerti e le feste del sabato.

Chiedo al capotreno quanto manchi a Bologna. Mando uno SMS ad Ottavio. "Io fra mezz'ora sono a Bologna in perfetto orario. Chi arriva prima aspetta".

 

A Bologna c'è un bellissimo sole. Controllo i monitor degli arrivi. Il treno di Ottavio è in ritardo di 25 minuti. Poi i minuti passano a 40! Guardo la gente che passa di corsa o che cazzeggia perché il treno non è ancora arrivato o è in ritardo mostruoso. Arrivano treni lunghissimi, strapieni di gente e bagagli e chiacchiere e libri e telefonate. Una signora polacca mi racconta la sua vita. E' vedova di un italiano e aspetta il treno per Milano. Lo stesso su cui viaggia Ottavio. Mi racconta delle cose sorprendenti. Mi parla delle lezioni di pianoforte che dava in Polonia, in una cittadina vicina a Varsavia, di cui non afferro il nome, di Ravenna dove è andata a vistare i mosaici.  Un ragazzo si è seduto sulla sua valigia. E' contrariato. Prima che partisse un treno il controllore gli ha detto, controllandogli il biglietto, che stava sbagliando treno e  lui è dovuto scendere di corsa. La signora polacca mi fa l'occhiolino e mi dice: "Sicuramente Lei sta aspettando una bella ragazza!". Sorrido e rispondo che sto aspettando uno studente che arriva da Napoli con l'Eurostar. Ma il treno è in ritardo. Le indico i 40 minuti evidenziati dal video. Credo sia lo stesso treno che aspetta lei per andare a Milano. Frattanto lo speaker annuncia che il treno da Napoli è atteso sul terzo binario e non sul primo. Con la signora polacca di corsa mi dirigo al terzo binario. Lei continua a parlarmi del marito che era in dialisi, di pratiche che aveva dovuto svolgere a Roma. Arriva un treno diretto a Milano. Non è un Eurostar, ma la signora sale ugualmente. Cammino avanti e indietro con la mia valigia che mi sembra sempre più pesante. Ma dovevo portarmi dietro tutta 'sta roba per stare a Modena due giorni? Sono quasi le due. Finalmente arriva un Eurostar. Ma è sul primo binario. SMS ad Ottavio: "Su quale vagone sei. Ti vengo incontro" . Gli telefono: "Ottavio sono sul primo binario, ma non ti vedo..." "Anch'io sono sul primo binario. Il treno ha fatto ritardo perché c'erano  dei manifestanti contro il terrorismo alle stazioni di Roma e di Firenze...". "Ma dove sei? Non ti vedo? Sei sul terzo binario?". "No, sto sul primo". "Senti, io sto fermo qui sul primo binario, vicino al chiosco che vende generi alimentari. Ti aspetto qui". Dopo un po' eccolo arrivare con il suo borsone verde ed una borsa a mano. Era sul terzo!

 

 

ORA CHE PER POCO PERDEVO ANCHE LA COINCIDENZA ... (di Ottavio Buonomo)

 

 

Quando sono partito da Napoli, il tempo era abbastanza nuvoloso, ma il viaggio è cominciato con la voce di Mina, nel lettore ascoltavo "Ti conosco mascherina", e c'era una Mina che cantava "In vista della sera", una canzone molto dolce, inserita recentemente in "Mina, the platinum collection". Il viaggio, ritardi a parte, è stato uno dei migliori, mi ha permesso di offrire un caffè a una signora, di avere una simpatica conversazione con una signora che mi ha scambiato per sacerdote e che mi ha chiesto in quale passo del Vangelo si parlasse della prigionia di Cristo e Barabba prima della morte di Nostro Signore ... poi arrivato a Bologna ho incontrato Paolo, il mio "papino", e da Bologna ci siamo spostati per Modena, un viaggio passato nel caldo dell'ultimo giorno d'inverno, con i "se" e i "chissà" di queste nostre giornate emiliane, con il pensiero che anche se messo a tacere dalle parole, volava alla sera del 21 marzo, cioè il giorno seguente. In quella stessa giornata, con mia sorpresa, ho incontrato stupito Arnaldo alla stazione di Modena, non mi aspettavo la sua "improvvisata", e con Paolo e me è venuto alle prove dello spettacolo ... lì ci aspettavano Gino, Simone e il fortissimo Guido Mandreoli. In più c'erano Moira Graziosi e Luana Bellucci che provavano i microfoni e la voce. La sera, l'allegra brigata, si è rifugiata in una pizzeria.

 

 

 PROLOGO DI UN SUCCESSO (di Arnaldo Dabbene)

 

 


Ottavio è rimasto molto sorpreso di vedermi perché l’avevo tenuto all’oscuro della mia decisione di fare quella breve incursione modenese, presa solo il giorno prima. Paolo ed Ottavio hanno sistemato le loro valigie in albergo;  poi ci siamo avviati verso il centro passando di fronte ad un “Hotel Milano” affiancato dal ristorante “Antico Naviglio”. Ringrazio sentitamente i modenesi, notoriamente molto ospitali, che hanno voluto farmi sentire come a casa.
Abbiamo raggiunto Piazza Grande dove abbiamo ammirato la Ghirlandina. Qualche foto, la ricerca di un venditore di cassette per telecamera, due chiacchiere al bar, ed era già ora di ritornare verso l’albergo. Gino aveva mandato Simone per accompagnarci al ristorante dove stava terminando i preparativi.
Simone, bolognese trapiantato a Modena, ha iniziato a parlarci della passione che Gino aveva messo nella preparazione dell’evento.
Gino ci accoglie con molta simpatia e scopriamo che si stanno svolgendo le prove per le basi di due della cantanti, Luana e Moira, che arriva poco dopo di noi.
Parte la base di “La mente torna” ma è troppo alta e copre la bella voce di Luana. Guido Mandreoli, che oltre ad essere il presentatore fa il anche il tecnico audio e video, regola il volume in modo più appropriato. Poi Moira con “Grande amore” e un duetto con Guido in “Acqua e sale”.
Io chiamo Piera al telefono per farle sentire in anteprima una canzone e rimane entusiasta. Simone finisce di appendere i poster giganti alle pareti. Gino verifica si vedano bene i filmati preparati.
Guido sta raccogliendo le ultime idee per la scaletta, che vuole “mobile” per adattarla ai tempi e alle risposte del pubblico. Anche perché la lista delle cose da fare è lunga. Gino è più che soddisfatto della risposta che ha avuto il suo invito, che ha raggiunto i 200 partecipanti.
Guido prova la presentazione di Ottavio che racconta che sta preparando per fine anno la messa in scena di “Aggiungi un posto a tavola”. Guido ha la base a portata di mano, e insieme improvvisano un duetto. Provano anche la scena con la sedia.
Gino ci assicura che la Sorpresa ci sarà e capisco che quella a cui si riferisce è un’altra Sorpresa, rispetto a quella di cui ero venuto a conoscenza.
Guido e Paolo discutono di come e quando proiettare i vari video che sono disponibili, di iniziare il pranzo con le note di “Cowboys”, di come presentare l’ospite Gina Basso.


Gino ci mostra la targa che verrà consegnata al vincitore del gioco.
Mentre Gino e Simone iniziano a sistemare i tavoli per la serata in modo da permettere a tutti di vedere, evitando le colonne, Guido chiede a Ottavio di esibirsi nelle imitazioni, e Ottavio intervista Paolo come Cristiano Malgioglio e me come Platinette. Guido è soddisfatto e gli vengono delle idee per come introdurre Cristiano Malgioglio e di cosa si potrebbe dire a Gina Basso.
C’è una prova telefonica, e si sistemano i faretti intorno al palco in modo che non disturbino lo schermo. Le cantanti tornano a casa.
Alle 9 li ho lasciati a terminare di preparare i tavoli. Simone mi ha gentilmente riaccompagnato alla stazione. Si dice fortunato per la scelta della data del 21 e non quella della settimana prima, quando Modena e tutto il bolognese è stata sepolta da oltre mezzo metro di neve.
La sera so che Ottavio ha fatto spettacolo in pizzeria con le sue imitazioni divertendo i convenuti.
Oggi è il grande giorno. Ancora complimenti agli organizzatori per l’organizzazione. Sarà un evento che rimarrà nella memoria dei partecipanti.

 

 

UNA DOMENICA COSI' ... (di Paolo Driussi)

 

 

Fin dal primo mattino qui a Modena il sole è uscito, sfavillante nel cielo. E' proprio il primo giorno di primavera. Dopo aver fatto colazione, usciamo dall'Hotel Principe dove siamo alloggiati e ci incamminiamo verso il centro. Il centro di Modena è molto carino, i suoi portici un riparo per gli irriducibili del passeggio. Mi hanno ricordato quelli di Udine, più bassi, ma tante altre città settentrionali hanno i portici, forse una soluzione architettonica obbligata per le città del nord che non vogliono rinunciare ai quattro passi.
Il cielo era d'un azzurro da favola.
Seduti ad un tavolino all'aperto del Bar Cagliari in Piazza Grande ammiriamo la Ghirlandina, la bella torre campanaria assurta a simbolo della città, rivestita di marmi bianchi. Presenta sei piani e un coronamento ottagonale cuspidato ornato da due ringhiere marmoree che paiono ghirlande, da cui il nome di Ghirlandina. Al di là delle bellezze artistiche e architettoniche, tutte da esplorare e da vivere in una suggestionante mescolanza tra spazi urbani ancora autenticamente medievali, e successive e armoniose costruzioni rinascimentali e ottocentesche, il vasto centro della città accoglie il turista con calore, creando uno spazio lontano dallo stress metropolitano.

Se Piazza Grande è il centro vitale e propulsore della quotidianità modenese, le vie che da essa si dipartono offrono la possibilità di percorrere sorprendenti itinerari artistico-culturali. La bellezza della città è nell’aria che si respira: lo spazio urbanizzato pare accomodarsi alle esigenze del cittadino, e non già costringerlo entro uno spazio architettonico alienante. Lunghi e stretti porticati caratterizzano le vie intorno a Largo San Giacomo, e alla Chiesa di San Giacomo, nei pressi del Duomo, dove gli antichi archi sporgenti in cotto e le molte case, l’una all’altra accostate, testimoniano l’originario assetto medioevale. Osservare le sculture della facciata, tra cui la grandiosa decorazione del Portale Maggiore, significa gettare uno sguardo di comprensione sulla concezione che l’uomo medievale aveva di sé e del proprio mondo spirituale. La vita umana viene metaforizzata attraverso le immagini di oscuri boschi e misteriosi girali di rampicanti a simbolizzare la costante insidia del peccato. Ecco che allora la lotta si rende inevitabile: ma tra leoni, draghi e centauri appare la rassicurante visione della salvezza divina, evocata dalle immagini della vendemmia. Sulla stessa linea interpretativa si collocano le sculture della Genesi, così come la "Porta della Pescheria" e la "Porta dei Principi", la quale dà proprio sulla piazza, per narrare a tutti i fedeli la storia del patrono della città: San Geminiano. Sabato sera, di ritorno dalla pizzeria, Gino ci raccontava che la la leggenda vuole che, mentre nel V secolo cominciavano le invasioni barbariche, nel 451 S.Geminiano salvò Modena dagli Unni guidati da Attila, nascondendola agli invasori con una fitta coltre di nebbia. E' con Gino e Simone che abbiamo appuntamento per le dodici e trenta davanti all'Accademia Militare. Ho già individuato un ottimo ristorante dove saranno nostri ospiti e pranzeremo a base di pesce.

 

 

 

~~~ Mina & Modena 2004 ~~~

 

UNA SERATA INDIMENTICABILE ... di Ottavio Buonomo

 

 

 

Quale modo migliore per rendere omaggio Mina a pochi giorni di distanza dal suo sessantaquattresimo compleanno? ... Organizzando un raduno a Modena, bellissima città emiliana, abitata da gente allegra e partecipe. L'idea partita nel mese di febbraio, a mano a mano ha raggiunto enormi dimensioni, e ha coinvolto tantissime personalità dello spettacolo, della politica e non solo. Anche "maghi" della grafica, del computer, della ristorazione e via discorrendo, il tutto nel nome di Mina. All'arte si risponde facendo altrettanto. Ad organizzare il raduno è stato Luigi Senatore con la collaborazione determinante e indispensabile di Simone De Maria. Organizzazione eccellente con ospiti d'eccezione, menù ristorativo curato nei dettagli per offrire ai partecipanti piatti classici modenesi, collegamenti telefonici con Rita Pavone e Teddy Reno, filmati che mostrano intelligentemente la Mina dai primi anni ad oggi (un simpatico viaggio che si sofferma su tappe fondamentali come "Dalla bussola '72", unica testimonianza video di un concerto di Mina, "Mille luci", l'ultimo programma televisivo condotto da Mina con Raffaella Carrà, altra grande signora del nostro spettacolo, passando per il documento più recente che proietta Mina nel suo studio di registrazione a Lugano, quindi "Mina in studio"). Ma non solo. E’ stato anche l'affetto che hanno mostrato di avere gli organizzatori nei confronti dei fans e degli ospiti che ha scaldato il cuore e ha fatto sentire a casa tutti, anche a distanza di chilometri. Il loro affetto continua a farsi sentire: la grande disponibilità di Simone, la simpatia e la laboriosità di Guido sono immagini, suoni e sensazioni che rimarranno nella memoria di chi come me ha vissuto questa bella esperienza. Ma prologo a parte, introduciamoci nel cuore della serata, anche se prima, è giusto soffermarsi su "le prove di un successo". 

 

 

Il 20 marzo: prove dello spettacolo. Al ristorante "Ericka" ci sono Guido che prova i microfoni e il mixer, poi ci saluta calorosamente Gino, mentre Luana Bellucci è sul palco che sta provando "La mente torna", la canzone che segnò la fine della collaborazione artistica Mina/Mogol/Battisti, che è tra le più belle che Lucio Battisti abbia scritto per altri interpreti, e Luana ne dava una interpretazione sentita, dolcissima ma allo stesso momento grintosa. Dopo poco che sostavamo al ristorante, è giunta per le prove anche Moira Graziosi, una bellissima ragazza che appena ha cominciato a cantare "Ancora ancora ancora", ha fatto sì che la sigaretta mi si consumasse tra le mani, poiché ero rimasto pietrificato dall'estensione di voce, dalla forza interpretativa, e dalla carica sensuale istintiva che ha donato al brano, dell'emotività artistica ed espressiva che ha avvolto tutta l'interpretazione. Poi Luana Bellucci, ha provato "Grande amore" (brano lanciato nel 1999 nell'album "Olio"). Dopo che le ragazze hanno finito di provare, è arrivato il mio turno per la prova della voce e del microfono. Ho provato poco, non amo tanto creare prima dei siparietti, di solito la prova ammazza la battuta, la spontaneità delle parole ... quindi, con Guido abbiamo parlato sul palco a ruota libera, poi insieme abbiamo improvvisato una simpatica versione di "Aggiungi un posto a tavola", ed è rimasto piacevolmente sorpreso dalle mie interpretazioni di Cristiano Malgioglio e Platinette, oltre che quella di Alberto Sordi, il mio idolo di sempre, il mio maestro artistico che mi ha insegnato i ritmi, le pause, la battute, le cadenze, gli accenti, le espressioni, i volti, l'impostazione di voce e anche "imparare a ridere anche quando non vuoi". Finite le prove, siamo andati tutti in pizzeria per cenare, e per trascorrere insieme la "sera prima del

raduno".

 

 

Domenica 21 marzo, giorno fatidico del "Raduno minoso", alle 17.30, cominciano ad arrivare i primi fans della Tigre, i primi ad arrivare sono Franco Ghetti e Mario Rossi (emiliani), il primo vulcanico e straripante collezionista di materiale riguardante Mina, il secondo il famoso "dottor minologo", entrambi profondi conoscitori del mito vivente: MINA. I fans della tigre sono come lei, sopravvivono alle mode, ai tempi, all'età, ci saranno per sempre, infatti la nuova generazione "meno distratta" comincia ad apprezzare le opere della Tigre di Cremona, la sua produzione, sterminata e variegata, riesce a conquistare diverse tipologie di "amanti della musica". A ruota sono seguiti gli altri fans come Daniela (di Vicenza), Elena (di Vicenza), Mauro (di Padova) e dopo ancora Gianni Roversi e Francesca (entrambi emiliani). Una scanzonata e allegra banda, che già nel tardo pomeriggio, prima dell'inizio ufficiale della manifestazione, ha giocato a mostrare materiale riguardante Mina, a scambiarsi informazioni, ad aggiornarsi sulle novità che provengono dal "Pianeta Mina". All'interno del ristorante "Ericka" tutto era incredibilmente a puntino, poster alle vetrate che mostravano Mina in vari momenti della sua vita, con degli inediti cartelloni che mostrano il logo "Mina & Modena 2004", una Mina con la Ghirlandina alle spalle, una Mina dal suo ultimo concerto nell'agosto del 1978, una Mina in splendida forma come quella vista nei vari filmati trasmessi sul megaschermo. Nel locale i tavoli erano già predisposti per i partecipanti, il palco era adornato di fiori, piante, fotografie e strumenti per lo spettacolo (mixer, lettori audiovisivi, microfoni ...), Gino e Simone da grandi cerimonieri hanno accolto "quei pazzi" accorsi per "la Mina", per quella "donna di talento, questa celebre cantante, questa diva del momento, questa bionda affascinante" (come dichiarò Totò a "Studio Uno", quando ospite di Mina, per ricambiare l'invito della cantante  le dedicò una poesia scritta di getto poche ore prima dell’inizio della trasmissione).

 

 

A introdurre la serata è stato l'organizzatore Luigi Senatore, che dopo un breve discorso augurale, ha ceduto il microfono a Guido Mandreoli, presentatore della manifestazione, che ha aperto lo spettacolo introducendo la bravissima Luana Bellucci che ha cantato "La mente torna" (Mogol - L. Battisti) e "Grande amore" (G. Fasolino). A ruota è seguita la grande Moira Graziosi che ha interpretato "Ancora ancora ancora" (C. Malgioglio - A. Anelli) e "Io e te da soli" (Mogol - L. Battisti). Poi altre due interpreti d'eccezione hanno cantato brani della Tigre, Simona Tonelli con emozione ha interpretato "E se domani" (C. A. Rossi - Calabrese) e "L'importante è finire" (C. Malgioglio - A. Anelli), Gloria ha cantato "Angels" di Robbie Williams, dedicato a Mina perché giustamente, come ha esordito Guido "Mina è davvero un grande angelo", e dopo ha interpretato una delle più riuscite cover di Mina, cioè "Oggi sono io", il brano lanciato nel 1999 da Alex Britti, e ripreso da Mina per il concerto in studio del marzo 2001. 

 

 

Dopo le prime esibizioni canore, è arrivato il momento dell'intervista a Gina Basso che ha rivelato che non si aspettava che Mina avrebbe cantato il suo brano, quel testo che aveva scritto da ragazza innamorata (e quando si è innamorati si è tutti un po' poeti e tutti riusciamo a parlare nelle canzoni del nostro amore). Gina Basso ha poi parlato brevemente di sé, del suo rapporto sia con Mina che con Renzo Arbore, spesso ospite delle sue trasmissioni. Intanto mentre Gina Basso era intervistata da Guido Mandreoli, sul grande schermo passavano immagini di trasmissioni Rai che hanno avuto come ospite o conduttrice la giornalista. Dopo Gina, è intervenuta la sorella Lidia de Biase, che vanta collaborazioni con Mariele Ventre per lo "Zecchino d'oro", il festival canoro per i bambini più famoso nel mondo. L'assessore Gianni Cottafavi ha affermato sul palcoscenico, in presenza di suddette persone, e con l'augurio della Signora Basso, che questo raduno è una manifestazione da ripetere annualmente. Infatti sono arrivate proposte importantissime, il tutto ha contribuito a scandire ancora di più il successo della serata.

 

 

 

Dopo Gina Basso, è arrivato il momento di "Don't call me baby" cantato da Deborah Ceneri, poi sono tornate sul palco Moira Graziosi con "Io e te da soli" (Mogol - L. Battisti), Luana Bellucci con "Insieme" e Gloria con una bellissima versione de "Il genio del bene" (M. Morante - G. Nannini), brano che Mina incise nel 1991 per l'album "Caterpillar", uno dei dischi più belli della sua carriera. Poi è arrivato il mio momento. Presentato da Gloria come un "folletto" e da Guido Mandreoli, sul palco mi sono esibito in uno sketch in cui si ricordava un pezzo storico della carriera televisiva di Mina. Infatti nei panni di Alberto Sordi ho accennato alla presentazione a Mina nel programma "Studio Uno" (famosissime le frasi: Mina, sei la cantante più grande del mondo, fatte vedè quanto sei bella, sei bella, sei proprio bella, sei 'na fagottata 'de robba, ammazza oh!), e per rendere omaggio all'attore romano, da sempre estimatore di Mina, ho cantato "Nonnetta" introdotto dalla frase storica "Un ritmo lento del maestro Gambara". Poi ho presentato in veste "Sora Cecioni" (famoso personaggio portato alla ribalta da Franca Valeri), Simona Tonelli, che "non ce la faceva più dal ridere"  in "Grande grande grande" (T. Renis), uno dei brani della produzione mazziniana più conosciuto nel mondo. 

 

 

SE TELEFONANDO ... RITA ! 

 

Uno dei grandi momenti della serata è stata la "telefonata di Rita Pavone & Teddy Reno", infatti è giunta puntuale la "chiamata" da parte dei "coniugi Ricordi". Rita Pavone ci ha parlato del suo rapporto con Mina, ci ha rivelato che all'inizio della sua carriera ha cominciato a introdursi nel panorama musicale con famosissimi brani di Mina come "Coriandoli" e "Le mille bolle blu", e successivamente ne ha ripreso altri come "Bugiardo e incosciente" e "Se telefonando". Rita Pavone ci ha detto che era dispiaciuta di non essere potuta intervenire alla serata, e con la gioia e l'esaltazione di tutti i fans, con la sua voce ha cantato al telefono "Fortissimo, ve lo dico fortissimo, che vi amo, fortissimo ...", tutti i fans in piedi, un calorosissimo applauso è partito per una delle più grandi interpreti del mondo. Dopo poco ha passato la linea a Teddy Reno dicendo testuali parole: "Ferruccio, vieni un attimo qui ...", una coppia formidabile, due grandi artisti. Gina Basso è stata invitata a salire di nuovo sul palco e ha dedicato bellissime parole a Teddy e a Rita (Vicino a una piccola grande donna c'è sempre stato un grande uomo). La telefonata di Rita Pavone ha commosso tutti i presenti. 

 

CONCORSO CANORO: DoReMina

 

Ad allietare la serata c'è stato un concorso canoro dal titolo "DoReMina" presentato da Guido Mandreoli, quattro sono stati i partecipanti: Elena Dalla Pozza, Gianni Roversi, Mauro Ferrari e Ericka Biavati. Le due giurie (quella popolare e quella di qualità) hanno optato per la seguente classifica:

 

Primo posto: ELENA DALLA POZZA con il brano "E poi"

 

Secondo posto: ERICKA BIAVATI con il brano "L'importante è finire"

 

Terzo posto: GIANNI ROVERSI & ELENA DALLA POZZA con il brano "Il cielo in una stanza"

 

Quarto posto: MAURO FERRARI con il brano "Anche un uomo"

 

 

 

Alla vincitrice vicentina è stata consegnata una meritata targa, Elena Dalla Pozza ha partecipato anche con Gianni Roversi in "Il cielo in una stanza". Inoltre c'è stato un "foglio d'auguri spedito a Mina", con le firme di tutti gli affezionati "minosi" che sono intervenuti alla serata ! 

 

MA CHE BONTA' ... MA CHE BONTA' ... 

 

 

 

Verrebbe da pensare: Mina e la mastodontica torta, due delizie. Una torta con al cuore il volto di Mina (lo stesso della copertina dell'album "Mina quasi Jannacci" del 1977 che conteneva brani come "Vincenzina e la fabbrica", "E' l'era tardi", "Saxophone", "Ecco tutto qui" e "Tira a campà"), rifinita in superficie nei minimi particolare. L'onore del "primo taglio" è andato giustamente all'organizzatore Luigi Senatore, che a malincuore ha dovuto penetrare col il coltello la morbida torta, mentre i fans scherzavano "Io mangio l'occhio ... io mangio il naso ... io mangio le labbra di Mina". Sotto una fotografia del "capolavoro".

 

 

COSA MI MANCA DI LEI?! (di Gabriele, dedicato a Mina)

 

 

Come faccio a spiegarti cosa mi manca di lei?
Non è semplice, anzi è difficile.
Tu dici: ce l’hai, ce l’hai nei dischi, nei solchi dei vinili, nelle note e nelle copertine dei tuoi cd…
Come faccio, come faccio a farti capire che a volte questo non basta?
Ti dico: ‘Fortunato chi l’ha vista”…tu sorridi con dolcezza, ma so bene che non puoi capirmi.
Sai, chi ha potuto vederla ha anche potuto vivere fisicamente la sua voce, ha come potuto toccarla, quella sua voce.
E toccare Mina nella sua voce più bella, quella straordinaria di quegli anni, è come toccare l’acqua fresca di un ruscello a primavera e allo stesso tempo essere davanti alla forza impetuosa di un mare incazzato. E’ come assistere alla nascita di un figlio, persino come riuscire a toccare un’alba.
Credi sia possibile riuscire a toccare il miracolo di un’alba?
Ecco: tocco il miracolo di un’alba ed è come toccare lei, la sua voce, che non è solo Arte, va oltre.
A volte la vita ti gioca degli strani scherzi e così, quasi inaspettato, all’improvviso riscopri un amore sopito, addormentato, rannicchiato nella mente. Basta poco, il tepore di nuovi e teneri pensieri e la dolcezza di ieri riaffiora nella mente, intatta.
Non so come spiegarti, ma ultimamente c’è lei in quella canzone che fa come da colonna sonora a queste nostre belle giornate pulite, chiare, piene di emozioni potenti, proprio come la sua voce.
Sei stato tu in un certo senso che mi hai riportato alla mente una perla che spesso, nel mare di gioielli che questa donna ci ha regalato in tanti anni di sfolgorante carriera, si perde nella memoria e nel tempo.
Eppure è straordinaria, sai?
Davvero bellissima.
Mi dicesti: “Mina? No, non la conosco bene, forse le più famose…mi piace molto ‘La mente torna’…” ed è bastato questo a far tornare la mente lì, su quel periodo irripetibile, su un ricordo forte e indelebile di una voce senza tempo e senza confini.
Come avevo potuto dimenticarla?
Ed in effetti no, non l’avevo dimenticata, il problema è che quando devi scegliere qualcosa di lei da inserire nel lettore ti senti imbarazzato, specie se ti metti ad ascoltare gli album di quegli anni settanta, di quell’inizio degli anni settanta in cui lei pareva essere davvero un alieno venuto da un altro pianeta. Aveva tutto: presenza, carisma, talento, bellezza, voce…già, la voce, e che voce! Quelle canzoni pareva le venissero fuori dall’utero, comunque dal sangue, un sangue forte e denso che trasuda di mille emozioni, che pulsa di vita e che si trasforma in note, palpitanti e calde come la vita stessa che sgorga dritta dal cuore e dall’anima.
E con la rinata voglia di lei in quelle canzoni è tornato prepotente il desiderio di rivederla cantare, dal vivo, in quel periodo unico e irripetibile.
Così ecco, in una vecchia puntata di ‘Teatro 10” il riscoprirla intatta come l’avevo lasciata nella mia mente.
Silenzio.
Il buio nella stanza è distratto solo dal chiarore del teleschermo.
La sua figura racchiusa in un abito scuro appare all’improvviso, sullo sfondo le pareti bianche del teatro, gli applausi del pubblico tutt’intorno. Le luci si abbassano e inizia la melodia, lei prende il microfono, scuote la testa come per annuire, si concentra, si trasforma: sta per cantare Lucio, sta per entrare nel mondo di Lucio, nei colori e nell’anima della straordinaria musica magica di Lucio.
Muove il braccio e poi la mano e inizia la poesia. “La mente va, dove va? Chissà…”
Ed è subito brivido.
Cosa dire degli scossoni dell’anima, delle vibrazioni a pelle che una voce del genere riesce a scatenare e a liberare fino alla commozione? Come spiegarti il sussulto delle emozioni?
La telecamera restringe fino ad inquadrare solo il suo bellissimo viso, concentratissimo.
E scoppia tutto, dentro e fuori di me, quando al ritornello la vedi cantare lì ma sai benissimo che lei adesso è in un altro mondo, volata da un’altra parte su un'altra stella. Lo percepisci benissimo tutto questo e scappi con lei, la segui in quel viaggio come allucinato e stordito da tanto miracolo, mentre lei da quest’altra dimensione ti regala il sapore forte di qualcosa di estremamente unico, il profumo e il mistero di chissà quale alchimia che lei e soltanto lei ha dentro l’anima e solo grazie a qualche meccanismo sovrannaturale è riuscito ad arrivare fino a noi.
Poi il ritornello finisce e ci sono altre parole, ma ti senti come inebetito davanti a tutte queste emozioni, un po’ come quando hai preso una botta forte e ti senti stordito, è un groviglio di un tutto che non riesci a spiegare né tanto meno a districare e butti giù la saliva nello stomaco quasi per sciogliere quel nodo attorcigliato di sensazioni che quasi ti fa mancare l’aria e deglutisci volendo continuare a respirare intatto e senza danni…
Hai presente quando ti trovi di fronte ad un quadro, un quadro di inspiegabile bellezza da cui ti senti magicamente attratto senza trovare una razionale spiegazione?
Ed infatti, col raziocinio non si possono spiegare le emozioni, occorre lasciare le briglie, spezzare le barriere e lasciarsi invadere. E con lei viene naturale lasciarsi andare, lasciarsi cullare, lasciarsi invadere…
Ecco, è così, poi ti ci perdi in quell’invasione di colori, nei colori di dentro, nei colori di fuori, lei ti ci porta dentro al quadro stesso della sua voce e ai suoi intatti, eclatanti stupori.
Poi, quando arriva al secondo ritornello, la sua voce si fa scura, malinconica, velatamente disperata: “Mi parli tu …la mente torna” e su quella ‘e’ della ‘mente’ indugia, si allunga quasi a volersi perdere lì dentro e volertici trascinare lì dentro, farti volare con lei in quell’infinito mare di disperata malinconia, accompagnando quella lunga nota col gesto della mano verso di me, come per prendermi e portarmi con lei nel mistero alchemico di quella sua incredibile magia…
”…il cuore mio quasi si ferma…” e quell’organo, quel cuore, te lo scioglie quasi lì davanti sulle mani, con intensità e generosità senza eguali, reclinando un poco indietro la testa e chiudendo gli occhi…ecco, come dire, sono qui, ti ho preso dentro di me, ti ho lasciato entrare nelle mie vene, nel mio sangue, nella mia anima… “…quello che era mio tu l’hai già preso…” e te lo dice rassegnata e dolcissima mentre tu annaspi a cercare gli ultimi refoli di aria per riportare il respiro a livelli accettabili.
La canzone ora è finita, scrosciano gli applausi incontenibili del pubblico, lei sorride quasi stupita, tornando fra noi umani.

 

~~~ Mina & Modena 2004 ~~~

 

In 200 presenti da tutta Italia, domenica sera, per celebrare la grande artista cremonese

 

 

MINA: CANZONI, VIDEO E NOSTALGIA

Serata riuscita, diventerà un appuntamento annuale.

 

Più di 200 persone in rappresentanza di quasi tutte le regioni italiane hanno partecipato al “Raduno Nazionale” dei fan della grande Mina, che si e’ svolto domenica sera al ristorante “Ericka” di via Emilia est 1239. Una serata intensa, con sorprese e ospiti.
Il tutto mentre sul maxi-schermo scorrevano le immagini di Mina, molte delle quali in bianco e nero. Si sono visti famosi duetti con Mike Bongiorno, Raffaella Carra’, Adriano Celentano, Alberto Lupo e tanti altri artisti del passato.
Un momento di revival che ha portato i presenti indietro negli anni.
Il Comune e’ stato rappresentato dall’assessore alla Cultura Gianni Cottafavi a cui e’ stato rivolto un invito: assicurare il suo impegno per far ripetere l’iniziativa a Modena, anche il prossimo anno.
La serata organizzata da Luigi Senatore ha visto alternarsi in pedana alcuni illustri ospiti che non hanno voluto mancare a questo appuntamento.
C’era la giornalista-scrittrice Gina Basso, autrice del brano di Mina “Amore mio” (musiche del maestro Bruno Canfora) e del libro “Il coraggio di parlare” da cui e’ stato tratto il film omonimo per la regia di Leandro Castellari e pluripremiato nei vari Festival Cinematografici itineranti per l’Europa.
Era ospite anche Lidia de Biase, per 25 anni addetta all’ufficio stampa dello Zecchino D’oro, e che sta dedicando tutta la sua vita ai bambini bisognosi.
Era presente in sala una troupe di Mediaset che nei prossimi giorni manderà su Canale 5, un servizio sulla manifestazione all’interno della trasmissione serale “Verissimo”.

Sul palco anche alcune interessanti ugole come: Moira Graziosi, Luana Bellucci, Simona Tonelli e Gloria, vincitrice del premio della critica al “Sanremo “ 1998, che durante la serata hanno eseguito magistralmente alcuni brani di successo di Mina.
Si e’ svolto anche un piccolo concorso canoro (Canta DO, RE, MI….NA) in omaggio alla tigre di Cremona, che e’ stato vinto dalla vicentina Elena Dalla Pozza, con il brano “E Poi”, e che ha cosi fatto sua la Targa ricordo messa a disposizione dall’organizzazione.
Non e’ mancata la sorpresa finale prima dell’immancabile taglio della torta dove giganteggiava il volto di Mina.
Non essendo riuscita a raggiungere per tempo Modena, in quanto impegnata negli studi Mediaset per una registrazione, e’ stata diffusa in sala la telefonata di Rita Pavone che ha cosi voluto portare il suo saluto ai presenti e ricordare la sua collega, accennando il suo pezzo più bello “Fortissimo”, e a quel punto un applauso incandescente ha riscaldato la sala, facendo vivere ai presenti un vero momento di autentica emozione.
Rita ha di recente fondato l’associazione “RITA…PER IL TUO CUORE” per la ricerca e cura delle malattie cardio-vascolari, (informazioni allo 039/2810464) e a cui andranno parte dei fondi della serata.

(Nicola Calicchio - redattore "Gazzetta di Modena")