Piano Solo: al cinema, tributo a Luca Flores di Alberto Tempestini Se Walter Veltroni non si fosse casualmente imbattuto in un brano del pianista Luca Flores e, conseguentemente,non avesse avuto il desiderio di scrivere e pubblicare un libro "il disco del mondo", libro che percorre le tappe significative della breve vita del bravo pianista, forse di Luca si ricorderebbero i pochi conoscenti e gli appassionati più attenti di jazz.
Non so che successo potrà riscontrare il film, ma è bello che qualcuno abbia pensato ad onorare la memoria di un bravo musicista e, soprattutto, un bravo ragazzo. Il film è fatto molto bene. Si vede che non c'è stata improvvisazione. Dal risultato intuisco la serietà con la quale è stato condotto uno studio accurato, soprattutto su Luca ma anche su altri personaggi.
Mi riferisco principalmente ai suoi atteggiamenti, molto vicini alla realtà.
Non ero amico di Luca, né ero in confidenza. Ci ho però suonato insieme in alcune occasioni (tre concerti in toscana, in big band con Dave Holland, in jam session e con la Big Band di Bruno Tommaso).
In quelle circostanze, con Luca ho parlato più volte. Luca parlava poco, con un filo di voce che, nella mia mente, lo accomunava al flebile suono della tromba di Chet col quale lui ha anche suonato.
Lo sguardo intelligentissimo e buono, mi fece dire a quella che oggi è mia moglie: "finalmente una persona perbene, con la testa sulle spalle. Una delle poche persone equilibrate, in questa massa di ipocriti, falsi, desiderosi di apparire. Gente servile o arrogante a seconda del bisogno, delle circostanze".
Gente che però, paradossalmente, devo ringraziare per avermi fatto abbandonare un certo ambiente, almeno quello che io ho conosciuto.
E chi sono i perdenti? Coloro che escono dal campo, o quelli che, dimenticando le nobili regole del gioco, ti hanno indotto all'abbandono e continuano la partita magari felici di averti visto uscire?
Ma abbiamo anche una grande forza di cui spesso non ci rendiamo conto. E una passeggiata in solitudine inspirando forte l'aria, sentendo il profumo della vita che ti riempie l'anima, ti dice che mai sarai veramente solo, che invece puoi fare grandi cose, che niente è finito finché senti il ritmo del tuo cuore.
Ma qualcuno proprio non ce la fa, qualcuno dimentica, dimentica anche questo. La mente, come la nostra vita, resta un mistero così come è un azzardo tentare di cercare spiegazioni ad esiti tanto drammatici.
La mia modesta esperienza, il mio pensiero, mi dice che il jazz è una musica pericolosa, una musica che disinibisce. Almeno un certo jazz, quello che predilige certe atmosfere, certe armonie.
Questo, ovviamente, se si è persone particolarmente sensibili, se in noi esiste una certa labilità.
Comunque, in generale, è provato ed è innegabile, l'influenza della musica a livello neurologico. Ed è anche inutile ribadirlo, visto che in caso contrario non ci sarebbe motivazione all'ascolto o al fare musica, nonché all'utilizzo della musicoterapia.
Pertanto indirizzarsi ad un ascolto, o al fare un certo tipo di musica piuttosto che un altro, non è una scelta da sottovalutare e direi senz'altro soggettiva.
Sarebbe come se, al ristorante, dovessimo subire un menù che non ci siamo scelti. A questo proposito, reputo una violenza anche il dover, appunto, subire la musica in vari ambienti e situazioni. Soprattutto nei luoghi di villeggiatura.
Dimenticavo di dire che nel film fanno dire all'attore che impersona Massimo Urbani una frase davvero inopportuna. La situazione è un concerto con Massimo Urbani e il suo gruppo. Presentando Flores al pubblico, Urbani più o meno dice questo: "signori, questo non fuma, non beve, non si fa canne e non so come ca.zzo fa a suonare così...".
Non escludo che Urbani abbia effettivamente pronunciato una frase del genere. In ogni caso si tratta di un messaggio falso, totalmente falso.
Lo sballo resta sballo, cioè m.erda pura. Non esiste alcun contributo della m.erda all'arte. E' la gente invece che spesso, consapevolmente o meno, resta affascinata da certi atteggiamenti contro corrente.
Quando Chet Baker fu arrestato per uso di droga,le date dei concerti aumentarono vertiginosamente. Vuoi per la pubblicità che i media fecero dell'evento, altisonante per l'epoca, vuoi per la sua faccia che ispirava tenerezza e poneva effettivamente interrogativi sulla veridicità della sua condotta e dunque se egli fosse davvero vittima di situazioni o invece ne fosse il responsabile.
Non esiste il carburante della creatività. Esiste il creativo e le situazioni dalla quali egli trae la linfa. Se il talento non c'è, la bottiglia o altro non servono, o meglio, possono distruggere sia chi il talento ce l'ha, chi pensa di averlo.
Sono molto triste, per il dramma vissuto da Luca, per i mille Luca Flores che quotidianamente ci passano accanto e le cui sofferenze resteranno ignote.
Ciao Luca.
Alberto ***** Luca Flores - How Far Can You Fly
Se Walter Veltroni non si fosse casualmente imbattuto in un brano del pianista Luca Flores e, conseguentemente,non avesse avuto il desiderio di scrivere e pubblicare un libro "il disco del mondo", libro che percorre le tappe significative della breve vita del bravo pianista, forse di Luca si ricorderebbero i pochi conoscenti e gli appassionati più attenti di jazz.
Non so che successo potrà riscontrare il film, ma è bello che qualcuno abbia pensato ad onorare la memoria di un bravo musicista e, soprattutto, un bravo ragazzo.
Non so che successo potrà riscontrare il film, ma è bello che qualcuno abbia pensato ad onorare la memoria di un bravo musicista e, soprattutto, un bravo ragazzo.
Il film è fatto molto bene. Si vede che non c'è stata improvvisazione. Dal risultato intuisco la serietà con la quale è stato condotto uno studio accurato, soprattutto su Luca ma anche su altri personaggi.
Mi riferisco principalmente ai suoi atteggiamenti, molto vicini alla realtà.
Non ero amico di Luca, né ero in confidenza. Ci ho però suonato insieme in alcune occasioni (tre concerti in toscana, in big band con Dave Holland, in jam session e con la Big Band di Bruno Tommaso).
In quelle circostanze, con Luca ho parlato più volte. Luca parlava poco, con un filo di voce che, nella mia mente, lo accomunava al flebile suono della tromba di Chet col quale lui ha anche suonato.
Lo sguardo intelligentissimo e buono, mi fece dire a quella che oggi è mia moglie: "finalmente una persona perbene, con la testa sulle spalle. Una delle poche persone equilibrate, in questa massa di ipocriti, falsi, desiderosi di apparire. Gente servile o arrogante a seconda del bisogno, delle circostanze".
Gente che però, paradossalmente, devo ringraziare per avermi fatto abbandonare un certo ambiente, almeno quello che io ho conosciuto.
E chi sono i perdenti? Coloro che escono dal campo, o quelli che, dimenticando le nobili regole del gioco, ti hanno indotto all'abbandono e continuano la partita magari felici di averti visto uscire?
Ma abbiamo anche una grande forza di cui spesso non ci rendiamo conto. E una passeggiata in solitudine inspirando forte l'aria, sentendo il profumo della vita che ti riempie l'anima, ti dice che mai sarai veramente solo, che invece puoi fare grandi cose, che niente è finito finché senti il ritmo del tuo cuore.
Ma qualcuno proprio non ce la fa, qualcuno dimentica, dimentica anche questo.
Mi riferisco principalmente ai suoi atteggiamenti, molto vicini alla realtà.
Non ero amico di Luca, né ero in confidenza. Ci ho però suonato insieme in alcune occasioni (tre concerti in toscana, in big band con Dave Holland, in jam session e con la Big Band di Bruno Tommaso).
In quelle circostanze, con Luca ho parlato più volte. Luca parlava poco, con un filo di voce che, nella mia mente, lo accomunava al flebile suono della tromba di Chet col quale lui ha anche suonato.
Lo sguardo intelligentissimo e buono, mi fece dire a quella che oggi è mia moglie: "finalmente una persona perbene, con la testa sulle spalle. Una delle poche persone equilibrate, in questa massa di ipocriti, falsi, desiderosi di apparire. Gente servile o arrogante a seconda del bisogno, delle circostanze".
Gente che però, paradossalmente, devo ringraziare per avermi fatto abbandonare un certo ambiente, almeno quello che io ho conosciuto.
E chi sono i perdenti? Coloro che escono dal campo, o quelli che, dimenticando le nobili regole del gioco, ti hanno indotto all'abbandono e continuano la partita magari felici di averti visto uscire?
Ma abbiamo anche una grande forza di cui spesso non ci rendiamo conto. E una passeggiata in solitudine inspirando forte l'aria, sentendo il profumo della vita che ti riempie l'anima, ti dice che mai sarai veramente solo, che invece puoi fare grandi cose, che niente è finito finché senti il ritmo del tuo cuore.
Ma qualcuno proprio non ce la fa, qualcuno dimentica, dimentica anche questo.
La mente, come la nostra vita, resta un mistero così come è un azzardo tentare di cercare spiegazioni ad esiti tanto drammatici.
La mia modesta esperienza, il mio pensiero, mi dice che il jazz è una musica pericolosa, una musica che disinibisce. Almeno un certo jazz, quello che predilige certe atmosfere, certe armonie.
Questo, ovviamente, se si è persone particolarmente sensibili, se in noi esiste una certa labilità.
Comunque, in generale, è provato ed è innegabile, l'influenza della musica a livello neurologico. Ed è anche inutile ribadirlo, visto che in caso contrario non ci sarebbe motivazione all'ascolto o al fare musica, nonché all'utilizzo della musicoterapia.
Pertanto indirizzarsi ad un ascolto, o al fare un certo tipo di musica piuttosto che un altro, non è una scelta da sottovalutare e direi senz'altro soggettiva.
Sarebbe come se, al ristorante, dovessimo subire un menù che non ci siamo scelti. A questo proposito, reputo una violenza anche il dover, appunto, subire la musica in vari ambienti e situazioni. Soprattutto nei luoghi di villeggiatura.
Dimenticavo di dire che nel film fanno dire all'attore che impersona Massimo Urbani una frase davvero inopportuna. La situazione è un concerto con Massimo Urbani e il suo gruppo. Presentando Flores al pubblico, Urbani più o meno dice questo: "signori, questo non fuma, non beve, non si fa canne e non so come ca.zzo fa a suonare così...".
Non escludo che Urbani abbia effettivamente pronunciato una frase del genere. In ogni caso si tratta di un messaggio falso, totalmente falso.
Lo sballo resta sballo, cioè m.erda pura. Non esiste alcun contributo della m.erda all'arte. E' la gente invece che spesso, consapevolmente o meno, resta affascinata da certi atteggiamenti contro corrente.
Quando Chet Baker fu arrestato per uso di droga,le date dei concerti aumentarono vertiginosamente. Vuoi per la pubblicità che i media fecero dell'evento, altisonante per l'epoca, vuoi per la sua faccia che ispirava tenerezza e poneva effettivamente interrogativi sulla veridicità della sua condotta e dunque se egli fosse davvero vittima di situazioni o invece ne fosse il responsabile.
Non esiste il carburante della creatività. Esiste il creativo e le situazioni dalla quali egli trae la linfa. Se il talento non c'è, la bottiglia o altro non servono, o meglio, possono distruggere sia chi il talento ce l'ha, chi pensa di averlo.
Sono molto triste, per il dramma vissuto da Luca, per i mille Luca Flores che quotidianamente ci passano accanto e le cui sofferenze resteranno ignote.
Ciao Luca.
La mia modesta esperienza, il mio pensiero, mi dice che il jazz è una musica pericolosa, una musica che disinibisce. Almeno un certo jazz, quello che predilige certe atmosfere, certe armonie.
Questo, ovviamente, se si è persone particolarmente sensibili, se in noi esiste una certa labilità.
Comunque, in generale, è provato ed è innegabile, l'influenza della musica a livello neurologico. Ed è anche inutile ribadirlo, visto che in caso contrario non ci sarebbe motivazione all'ascolto o al fare musica, nonché all'utilizzo della musicoterapia.
Pertanto indirizzarsi ad un ascolto, o al fare un certo tipo di musica piuttosto che un altro, non è una scelta da sottovalutare e direi senz'altro soggettiva.
Sarebbe come se, al ristorante, dovessimo subire un menù che non ci siamo scelti. A questo proposito, reputo una violenza anche il dover, appunto, subire la musica in vari ambienti e situazioni. Soprattutto nei luoghi di villeggiatura.
Dimenticavo di dire che nel film fanno dire all'attore che impersona Massimo Urbani una frase davvero inopportuna. La situazione è un concerto con Massimo Urbani e il suo gruppo. Presentando Flores al pubblico, Urbani più o meno dice questo: "signori, questo non fuma, non beve, non si fa canne e non so come ca.zzo fa a suonare così...".
Non escludo che Urbani abbia effettivamente pronunciato una frase del genere. In ogni caso si tratta di un messaggio falso, totalmente falso.
Lo sballo resta sballo, cioè m.erda pura. Non esiste alcun contributo della m.erda all'arte. E' la gente invece che spesso, consapevolmente o meno, resta affascinata da certi atteggiamenti contro corrente.
Quando Chet Baker fu arrestato per uso di droga,le date dei concerti aumentarono vertiginosamente. Vuoi per la pubblicità che i media fecero dell'evento, altisonante per l'epoca, vuoi per la sua faccia che ispirava tenerezza e poneva effettivamente interrogativi sulla veridicità della sua condotta e dunque se egli fosse davvero vittima di situazioni o invece ne fosse il responsabile.
Non esiste il carburante della creatività. Esiste il creativo e le situazioni dalla quali egli trae la linfa. Se il talento non c'è, la bottiglia o altro non servono, o meglio, possono distruggere sia chi il talento ce l'ha, chi pensa di averlo.
Sono molto triste, per il dramma vissuto da Luca, per i mille Luca Flores che quotidianamente ci passano accanto e le cui sofferenze resteranno ignote.
Ciao Luca.
Alberto
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Luca Flores - How Far Can You Fly